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La Teiera fatta a mano

Una Teiera fatta a mano? E cosa c’è di così particolare? Nonostante una prevalente produzione industriale, ogni giorno nel mondo vengono fatte migliaia di tazze e teiere ancora sempre a mano.

 

Ma qui non stiamo parlando di una teiera fatta a mano in una bottega artigianale, stiamo parlando di una teiera….fatta in casa!

TEA MAKE ME DO IT!

Nell’immagine di testata dell’articolo si possono vedere gli utensili usati.

 

Ecco a seguito l’introduzione, le istruzioni e le immagini gentilmente offerteci dal creatore stesso: Fabio Consonni

.

‘L’idea mi è venuta così:

A me non piaceva il tè, ne bevevo due o tre tazze all’anno. Circa un anno fa, durante la ricerca di una teiera da regalare ad una mia cara amica, mi sono appassionato al mondo del tè fino al punto  di tentare di costruirne una con una  forma ed un colore ben specifico (avendo una buona manualità, ho costruito un pò di tutto: dal lettino delle mie figlie alle gabbie per i pappagalli che allevavo, a una chitarra elettrica, all’incapsulatore con cui incapsulo curcumina per curare l’artrite di mia madre ecc ecc… )

Nel frattempo, come ogni cosa con cui vengo a contatto, ho iniziato ad approfondire e conoscere il mondo del the, ad incuriosirmi, a imparare ad infonderlo, a conoscere lo stile gongfu, ad attrezzarmi di gaiwan e teiera di vetro, e a goderne di ogni sorso.

Ho così capito che il tè non mi piaceva perchè non lo sapevo preparare e perchè in 50 anni non ho mai bevuto tè ma i suoi scarti di lavorazione imbustati.

Ho anche iniziato a guardarmi video su youtube circa la costruzione di teiere yixing e, impressionato dalle tecniche semplici e dal  poco materiale necessario, ho deciso di costruirne una.

Questa teiera è quindi il primo prototipo, il primo esperimento di costruzione all’interno di quella che è ormai diventata una mia passione: quella per il thè. Come per ogni altro mio interesse, approfondisco le conoscenze spesso fino al punto di costruirmi gli oggetti necessari, per la semplice e impagabile soddisfazione di averli fatti con le mie mani.’

La teiera è in creta comune, battuta con un pestello di mortaio, poi spianata con un mattarello e con la scatola in olivo di una formaggiera. Modellata quindi sopra una tazza da bento giapponese in doppio.

Le due metà sono state poi incollate con creta semiliquida (barbottina). Le sono poi stati applicati gli anelli per tenere il manico che ho acquistato da kathay a Milano (per ora non ho tempo di mettermi a cercare venditori di midollino o bambu).

Infine è stato fatto un foro a coltello girando la teiera centrata su un “ruotatelevisione” e rifinita lasciando comunque l’aspetto grezzo che io amo in alcuni oggetti fatti a mano.

Sono stati poi eseguiti i fori per l’imbocco del becco. Il becco è stato eseguito formando un cilindro di creta e infilandoci una bachetta da cibo giapponese, per poi ruotarlo sul tavolo ricavando il foro interno della dimensione voluta. Anche il becco è stato attaccato con barbottina. Il coperchio originale è poi deceduto cadendo ed è stato rifatto un coperchio con una rana come manico.

Anche questo coperchio non è sopravvissuto alla essicazione rompendosi. Ho quindi acquistato in un negozio cinese un “avanzo di teiera” che spero possa entrare nel foro superiore, ma dovrebbe (dico così perchè la teiera è attualmente dal ceramista per la cottura).

Conclusione dell’opera:

Ho ritirato la teiera dal ceramista che me la ha vetrificata…
intanto non mi piace così lucida: ha perso la sua bellezza tattile; ora è liscia e fredda.
Inoltre, quando l’ho riempita di acqua, sul fondo ho riscontrato una zona non ben vetrificata così che l’acqua vi filtra attraverso e invade la terracotta creando una macchia: verificherò con il ceramista la causa di questa zona non ben coperta di vetrificante, sperando possa porvi rimedio.
Inoltre sulla punta del becco ha lasciato una raccolta di vetrificante che fa in modo che l’acqua scorra all’indietro sulla teiera (già l’inclinazione del taglio del becco è sbagliata e tende a lasciar scorrere l’acqua sul becco stesso a fine flusso),

Impara l’arte e mettila da parte recita un detto: sto imparando.

Vorrò sperimentare in futuro nuove forme e la possibilità di non vetrificare la teiera, lasciando che sia il the stesso a patinarla all’interno così da renderla più impermeabile, come accade con le preziose yixing…

Buona vita e buon Tè,
Fabio Consonni

AGGIORNAMENTO

Ritirata dal ceramista che l’ha rivestita internamente con un nuovo strato di vetrificante, ora non perde più acqua. Dovendo adattare il manico fine agli spazi più larghi degli anelli “portamanico”, ho ritagliato da un tappo in sughero delle forme che si adattano agli spazi stessi, poi forate per ospitare le estremità del manico. Molte migliorie dovranno essere apportate alle prossime teiere, dai fori del becco più larghi (il vetrificante li ha ristretti molto) all’inclinazione del taglio di uscita del becco… Sbagliando si impara.

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