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Il Tè Made in Italy trionfa in Cina

Il tè è la bevanda orientale per eccellenza, ma chi dice che il tè non possa anche essere Made in Italy?

Siamo in Piemonte, in provincia di Verbania, terra di camelie per eccellenza, perché la pianta del tè è una Camellia, della specie “sinensis”. E qui, da tre anni, si sperimenta  la coltivazione e la produzione di un tè tutto italiano, biologico e a chilometro zero.

Tanto è trascorso da quando Paolo Zacchera, floricoltore verbanese, ha dato vita al suo originale progetto: avviare una piantagione sperimentale su larga scala di piante del tè nel territorio del parco nazionale della Val Grande, a 15 chilometri dalla sponda piemontese del Lago Maggiore. 

Oggi, ben oltre 20.000 piantine sono state messe a dimora in pieno campo, facendo della piantagione di tè del Verbano, la piantagione di tè più grande d’Europa, dopo quella delle Isole Azzorre. E, a Maggio di quest’anno, dopo tre lunghi anni di attesa, c’è stato finalmente il primo raccolto.

Però, come dice il floricoltore «il tè è come il vino: un conto è produrre una buona uva, un altro è fare un buon vino».

Dello stesso parere è il professor Marco Bertona, massimo esperto italiano di tè nonché partner tecnico della piantagione sperimentale. A tale riguardo il professore spiega che «avere le piante del tè non vuol dire ancora avere il Tè. I germogli teneri, una volta raccolti, sono la materia prima con cui sarà prodotto il tè. Infatti, il prodotto finito, le foglie secche tanto per intenderci, che chiamiamo per l’appunto “tè”, non è altro che il risultato di un lungo e complesso processo di lavorazione». 

Marco Bertona è un tea taster professionista diplomato in Cina presso l’Università di Scienze Agrarie di Canton, è direttore esecutivo dell’Associazione Italiana Tè & Infusi (AssoTè) e Delegato italiano presso il Gruppo Intergovernativo sul Tè della FAO.

È Lui l’alchimista del tè italiano. Infatti, «a differenza di tutte le altre piante medicinali e aromatiche – le cui parti, dopo la raccolta, vengono solo essiccate -, le foglie della pianta del tè, prima di essere pronte all’uso, devono subire diverse lavorazioni che, a seconda dei tè, possono richiedere da un minimo di due giorni, sino a diversi mesi per alcuni tè fermentati. Ed è proprio nella lavorazione che si nasconde il segreto di un buon Tè.

«Certo» precisa ancora il professor Bertona, «la varietà botanica utilizzata, le tecniche colturali adottate, l’ambiente e il microclima, sono decisivi per determinare la qualità delle foglie verdi, ossia la materia prima. Ma sarà solo in seguito alla lavorazione che le note primarie si esprimeranno e unitamente a quelle secondarie, che si svilupperanno in seguito alla lavorazione, faranno grande e unico quel determinato tipo di Tè».

Davvero una vera e propria alchimia quella che succede durante la lavorazione delle foglie della Camelia del tè, di cui il maestro Bertona sembra proprio essere un grande esperto.

Infatti, dalle foglie raccolte in Val d’Ossola, dopo opportune e sapienti procedure, il maestro Bertona ha prodotto tre tipologie diverse di tè: un tè bianco, un tè verde e un tè nero. Tutte e tre le tipologie di tè sono state lavorate a mano secondo i metodi tradizionali cinesi, avvalendosi inoltre di attrezzature per la lavorazione artigianale del tè giunte appositamente dalla Cina.

Ma, a Ottobre, succede qualcosa d’inaspettato. Il Tè Nero del Verbano (chiamato anche “tè rosso” in accordo con la nomenclatura cinese), superata una severa selezione, viene ammesso ad una competizione internazionale di tè neri in Cina, nella patria del tè: lo “2019 International Black Tea Tasting Competition”.

«L’aver passato la selezione di ammissione alla gara è stato per noi non solo un grande onore, ma il massimo della nostra aspirazione. Era già una vittoria» afferma Bertona che, per nulla intimidito dalla competitività dei Paesi in gara, decide di prendervi parte.

La competizione, organizzata dal Tea Industry Committee of China (un’agenzia collegata al Ministero dell’Agricoltura Cinese) e riservata ai soli produttori, vedeva la partecipazione di aziende provenienti dai maggiori Paesi produttori di tè al mondo, per un totale di 104 tè in gara, di cui 72 cinesi e 32 di altri Paesi.

La giuria era composta da 15 esperti internazionali di tè provenienti sia dai Paesi produttori sia da quelli consumatori, come: Cina, Taiwan, Sri Lanka, Corea, Malesia, Nepal, Vietnam, Kenia, USA, Danimarca, Australia, Russia. 

Al termine di una lunga ed estenuante giornata di lavoro, divisa tra assaggi, valutazioni organolettiche ed elaborazione delle migliaia di dati raccolti dalle schede dei giudici, giungeva finalmente il tanto atteso risultato finale. La somma dei punti della giuria internazionale di esperti non lasciava dubbi. Il Tè Nero del Verbano, del maestro Bertona, si aggiudicava il Gold Award, il premio più ambito della categoria, sbaragliando un centinaio di candidati provenienti dai maggiori Paesi produttori di tè al mondo, quali Cina, Nepal, Kenia, Vietnam, Malesia, Corea, Tailandia, Turchia.

Questo prestigioso e inatteso riconoscimento è un’ulteriore conferma alla capacità italiana di produrre eccellenza ed innovazione anche in nuovi mercati, e le competenze  tecniche del professor Bertona, insieme all’impegno pionieristico di Zacchera, hanno aperto la strada ad una nuova vita e ad una potenziale filiera del mercato del Tè Made in Italy.

Una bevanda dai molteplici fattori benefici, ora riconosciuta e accreditata anche a livello internazionale, pronta quindi per diventare un’icona del bere italiano, con il continuo affermarsi di consumatori amanti del tè e di professionisti della materia come i Tea Sommelier certificati dalla Associazione Italiana Tè & Infusi, la prima e più vecchia associazione del tè in Italia e oggi unica associazione professionale del settore.

    Fonte: Associazione Italiana Tè & Infusi (AssoTè)

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