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TÈ VERDE E SINDROME DI DOWN: NUOVE SPERANZE

L’epigallocatechina-3-gallato (Egcg, in sigla), è una molecola, contenuta all’interno delle foglie del Tè Verde, che potrebbe dare nuove speranze ai soggetti affetti dalla Sindrome di Down ma anche ai malati di tumore.

Sebbene sia stata individuata la causa della Sindrome, ossia la presenza di una terza coppia del cromosoma 21, la ricerca scientifica non ha ancora individuato tutti i meccanismi molecolari attraverso cui questa alterazione genetica determina l’insieme dei segni e sintomi della malattia.
Quel che si sa è che la Sindrome di Down, ma così come il cancro, causa, nei pazienti, un aumento dello lo stress ossidativo e la compromissione della funzionalità mitocondriale, fattori determinanti per l’insorgenza di deficit cognitivi.

Ed è proprio una semplice molecola, di origine naturale, ad aprire nuovi orizzonti per la ricerca scientifica.
Le nuove speranze nascono in Italia, dove un gruppo di ricercatori dell’Istituto di biomembrane e bioenergetica del Consiglio nazionale delle ricerche di Bari (Ibbe-Cnr), ha studiato gli effetti dell’epigallocatechina-3-gallato sui tessuti isolati di soggetti Down.
È stato osservato come la molecola, estratta dal Tè Verde, sia in grado di contrastare lo stress ossidativo ed aumentare il numero dei mitocondri, con un ritorno alle funzionalità simile a quella delle cellule sane.
Tali effetti sono di fondamentale importanza poiché andrebbero ad alleviare gli effetti degenerativi della Sindrome di Down.

Come spiegano i ricercatori, i mitocondri rappresentano la “centrale energetica” delle cellule e sono strutture fondamentali per la loro corretta funzionalità e per lo svolgimento di innumerevoli processi cellulari.
Lo studio è stato condotto sia prelevando tessuti da soggetti sani, sia da quelli affetti dalla Sindrome di Down.

Anche sui soggetti sani, l’epigallocatechina-3-gallato ha mostrato effetti positivi sulla genesi mitocondriale (aumento del numero dei mitocondri).
Questa molecola, già nota, tra l’altro, per le sue proprietà antinfiammatorie e individuata anche in altre specie vegetali (per esempio nel Finocchio), è già stata testata sull’uomo, per i suoi effetti sui tumori.
Dagli studi effettuati sono state messe in evidenza molteplici azioni, tra le quali quella di bloccare la cancerogenesi e quindi la proliferazione delle cellule tumorali.

Lo studio effettuato dai ricercatori di Bari, pubblicato sulla rivista Biochimica et Biophysica Acta-Molecular Basis of Disease, potrebbe avere delle rilevanti applicazioni cliniche in un futuro prossimo.

La scoperta dell’efficacia dell’ Egcg nel contrastare le degenerazioni causate dallo stress ossidativo e dalla compromissione mitocondriale, potrebbe essere utile per attenuare l’insorgenza di alcune gravi manifestazioni cliniche della Sindrome di Down e dei tumori.
Questa molecola, di sicuro non promette miracoli, ma potrebbe aiutare a migliorare le condizioni di vita dei pazienti.

Fonte: Albrigi in erba

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