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La bustina del tè festeggia 100 anni

La bustina festeggia 100 anni con il record di consumi

E’ la nonna dose porzionata pure del caffè: cialda e capsula

Fu inventata per caso da un commerciante di New York

“The Times” le ha dedicato un’editoriale in prima pagina!

LONDRA – La bustina di tè compie cento anni ma non tutti la festeggiano.

Secondo quanto ha scritto il quotidiano britannico The Times, fonte sulla quale ci siamo basati, il piccolo contenitore che debuttò in seta ha trasformato,velocizzandolo, il tradizionale rituale pomeridiano dei britannici, ha anche salvato l’industria del tè, “soddisfacendo i moderni imperativi della convenienza e della gratificazione istantanea”.

 

In realtà se è la Gran Bretagna che festeggia i cent’anni di un qualcosa che sembra proprio inglese, ma che viene invece dall’America: la bustina di tè, un’invenzione cruciale per la diffusione di una bevanda adesso insediata anche qui dall’impetuosa avanzata del caffè, tra l’altro aiutata dall’idea alla base della bustina: la dose porzionata che ha portato alla nascita di cialde e capsule.

A questo anniversario The Times ha dedicato addirittura un editoriale dove ha elencato le virtù dell’umile teabag. Le riconosce, tra l’altro il merito di aver permesso alla «ritualistica cerimonia inglese del tè» di resistere al «subbuglio» della vita moderna.

Intruglio

Ma molti intenditori, scrive ancora il Times, ritengono anche che la bustina abbia di fatto ridotto “una delle più grandi bevande del mondo in un intruglio tannico beige”, che non rinfresca e non disseta.

Made in Usa

Tuttavia un così tipico archetipo dello stile di vite all’inglese sia arrivato dall’altra sponda dell’Atlantico: ad inventarlo, per puro caso, è stato un mercante newyorchese – Thomas Sullivan – che nel giugno del 1908 fece una promozione di tè mandandone ai suoi più affezionati clienti un campione contenuto in piccoli sacchetti di seta. Sullivan si aspettava che i clienti avrebbero preso il tè dal sacchetto e l’avrebbero fatto bollire sciolto, come al solito. Invece no: la gente fece bollire il tè dentro il sacchetto, trovarono la cosa estremamente conveniente e ne nacque così una nuova moda.

Seta, garza, carta

Dalla seta si passò rapidamente alla garza (1910) e alla carta (1930). L’invenzione però non ebbe una presa immediata in Gran Bretagna, dove i puristi fecero una guerra spietata alla bustina di tè, sostenendo che cambiava, ovviamente in peggio, il gusto della bevanda e rovinava una gloriosa abitudine. In effetti il Regno Unito incominciò ad adottare in massa la bustina soltanto a partire dagli anni Cinquanta, quando la più grossa compagnia di tè, la Joseph Tetley, ne avviò la commercializzazione. E cruciale fu nel 1964 l’introduzione del sacchetto perforato.

Merito

Secondo lo Uk Tea Council, l’associazione dei produttori e distributori britannici di tè, la bustina ha avuto un enorme merito: ha salvato un’industria che era destinata altrimenti a un drammatico declino, perchè l’attuale stile di vita non permette di fare il tè all’antica e di berselo alle cinque del pomeriggio nella comodità dei salotti come usava un tempo. Il successo è evidente nelle cifre: al momento la bustina rappresenta il 96% di tutto il tè bevuto in Gran Bretagna.

Il bando del Ritz

Ma restano luoghi, come per esempio l’hotel Ritz, dove il sacchetto di tè rimane al bando perchè «contrario alle tradizioni».

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