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Il futuro dei Bar sta anche nel Thè

Convegno della Fipe sulle tecniche e competenze per il futuro del settore.

TREVISO – “Per avere successo non basta più saper fare un buon caffè o un buon panino, sul mercato vince chi è diverso, chi sa interpretare la domanda e capire le tendenze”. Parola di Luciano Sbraga, direttore dell’ufficio studi Fipe Confcommercio, autore del manuale di business dedicato al bar, che ieri al convengo organizzato da Fipe-Confcommercio, ha illustrato le tecniche e competenze per il futuro del settore bar.

fipe

“Per gestire bene un’attività è necessario capire i trend della domanda e rispondere tempestivamente”. “Cinque le aree di interesse individuate da Sbraga, da interpretare, capire e “cavalcare” come nuovi percorsi di impresa: “il salutismo (la ricerca della salute nel cibo), la tipicità, l’innovazione tecnologica, la specializzazione, la condivisione tramite i social”. “Occorre avere un’idea chiara e ben definita del concept, individuare location adeguate, gestire bene la pagina social, solo così si riesce a rientrare in quel 52% che, a distanza di cinque anni dall’apertura, resta sul mercato. Stop all’ improvvisazione, la competizione, nel settore dei pubblici esercizi, è molto forte.”

“Nel mercato”- ha spiegato la presidente di Fipe-Confcommercio Dania Sartorato in apertura- “c’è posto per tutti, purché ci sia qualità, competenza, serietà. Come Fipe stiamo proseguendo sulla strada della formazione, dell’aggiornamento costante, collaborando con le Aziende sanitarie e le Scuole alberghiere della provincia per accorciare le distanze tra imprese e mondo del lavoro. Ci sono due bar e mezzo ogni mille abitanti, in Italia sono 150 mila, ma nel 2015 hanno chiuso in 13.000. Cerchiamo di far capire come guardare al futuro con la necessaria fiducia ed il corretto ottimismo.”

Forte ed immancabile la collaborazione con le scuole, rappresentate al convegno dal preside Edi Brisotto, da alcune classi e docenti dell’Istituto “Massimo Alberini”, una scuola che, nel Veneto, interpreta già, da anni, il modello vincente fatto di alternanza scuola-lavoro, distanze accorciate, collaborazioni costanti, stage ed occupazione. Aprire un locale è uno dei sogni più ricorrenti tra i giovani, diventare barman forse ancora di più, sogni che-ha spiegato il dirigente scolastico- a giudicare dai dati che garantiscono un’occupabilità dell’80% al termine del diploma, diventano realtà.

 

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